di Isabella Barbato
Foto di Giovanni Somma
Si è tenuto l’altro ieri il finissage di Panorama, la mostra fotografica presentata dal fotografo e artista italiano Alessandro Valeri e ospitata nella galleria d’arte contemporanea Aica, voluta fortemente dal gallerista Andrea Ingenito, che ne ha curato personalmente la selezione e l’esposizione.
Questa personale di Alessandro Valeri, ambientata nella fine anni ottanta a New York e che ripercorre i luoghi storici frequentati da Andy Warhol nel suo ultimo anno di vita, è stata inaugurata al Pan Palazzo delle Arti di Napoli, lo scorso 23 gennaio.
L’ idea di arrichire il concept è di Andrea Ingenito che ha accolto, nella sua galleria, alcuni scatti originali da cui sono tratte le opere esposte al Pan ed alcuni scatti provenienti dall’archivio personale di Valeri, mai esposti prima a Napoli.
Le opere rappresentano le strade, i volti, i corpi, le realtà urbane di una fascinosa New York che sembra rimasta senza tempo insieme ai soggetti in movimento, dove la mappatura umana e urbana diventano un tutt’uno, dove i passanti diventano gli stereotipi dei luoghi e viceversa.
Valeri, attratto dalla necessità di una continua sperimentazione di nuovi linguaggi visivi e dalla voglia di ripercorrere e rileggere, sottolinea i particolari quasi a voler “sporcare” e ricodificare le sue opere con l’ausilio di graffi, scalfitture e pennellature e con l’uso particolare di materiali come sali minerali e bitume, tecnica che ricrea un effetto vintage e fa da contrasto agli sfarzi e al glamour urbano della grande mela. Questa ricerca alternativa ci regala luoghi vicini alla nostra memoria mentre i soggetti sono elementi in espansione, volti verso il divenire e non ibernati nel contesto storico ormai entrato nel nostro immaginario collettivo.
Le immagini mostrano l’accumulo urbano nella sua quotidianità con i volti e le vetrine delle drogherie segnati da una tragicità estetica, scene quotidiane e squarci contemporanei che raccontano della tribalità della metropoli.
Immagini evocative segnate da piccoli accenti pittoreschi che fermano i particolari e che l’autore usa per inviare indicazioni all’osservatore. Accenti in rosso, in giallo, in verde . Vernici che colano e mani che contaminano il traffico impazzito con il bitume color petrolio che riesce a dare un tocco di surrealtà alla città simbolo del consumismo e di una forsennata produttività e ci regala una percezione diversa degli angoli storici newyorkesi.
Interessanti anche le sezioni che raccolgono alcuni nudi che, lavorati con sali particolari, trasformano i corpi in paesaggi e condizionano la nostra percezione dello spazio, facendoli sembrare enormi dune di carne.
Nella raccolta esposta all’Aica troviamo anche immagini di repertorio legate all’attività di fotografo glamour in cui Valeri si è distinto: una Naomi Campbell ritratta con enormi ali nere in una rappresentazione quasi astrale, tribale, sciamanica che simboleggia le iconografie che scappano dalla pubblicità, dal quotidiano. e dalla memoria collettiva, per ritrovarsi in uno spazio parallelo, lasciando il tempo di una rilettura profonda dell’umano e degli stereotipi del nostro tempo.
“Panorama” parte dal Pan, si sofferma all’ Aica per una ulteriore riflessione dettata da scalfitture e pennellate al bitume, e riparte in giro per l’Italia: prossima tappa Genova.