Il Sogno di una Vita per tante donne: il Matrimonio. La scelta dell’abito da sposa: il momento forse più importante e carico di significato. Valentina, che di professione fa la fashion blogger, ci parla della propria esperienza. Probabilmente molte di Voi troveranno spunti di comunanza con questa storia, mentre altre avranno vissuto situazioni differenti. Sono sicuro, però, che il comune denominatore di tutte sarà stata l’Emozione. Buona lettura ! Ah, dimenticavo…. alla fine del racconto trovate , come sempre, la mia fotogallery .
“Vi anticipo che già per indole sono sempre stata molto sicura di me, specie nella scelta degli vestiti, ma ovviamente credevo che per “l’Abito” avrei meditato un pochino in più e invece…Alcune settimane prima, avevo fissato due appuntamenti in base alle griffes che mi piacevano di più e poi avevo “prenotato” la mia dolce mammina, preparandola anche psicologicamente all’ evento. Qualche giorno prima del primo appuntamento, l’atelier mi chiamò posticipando l’evento non a caso nello stesso giorno dell’altro, ma di mattina. Il fatidico giorno arrivò, ma io ero convinta che quello fosse soltanto l’inizio di un tour tra i vari atelier della Campania .Il primo impatto con gli abiti fu alquanto traumatico: partii con delle richieste ben precise di abiti che avevo visto dai cataloghi online ma furono una vera delusione, ma poi, dopo averne visionati una cinquantina , arrivò il momento della prova. Seppur nessuno di quelli che avevo visto rappresentasse il mio ideale di abito, decisi di iniziare la sfilata. L’atelier era completamente mio: pedane di legno, fiori profumatissimi, luce soffusa, due assistenti molto cordiali che mi trattavano come una principessa , insomma se avessi trovato anche il Mio abito sarebbe stato il top! Quando indossai il primo, con tanto di velo, e vidi l’emozione sul viso di mia madre capii che forse poteva esser quello giusto, ma quel piccolo dubbio mi fece desistere. D’altronde non era troppo presto? Nonostante non l’avessi scelto devo dire che era un abito bellissimo: scollo a cuore , completamente di pizzo, leggermente morbido sui fianchi. Salutammo e nel pomeriggio ripartimmo per una nuova avventura: ormai ci avevo preso gusto. Giunti in atelier, nonostante i lunghi tempi di attesa, arrivò il mio turno .La prima sensazione che ebbi fu una profonda delusione e una tremenda voglia di scappare. Mi chiesero se mi fossi guardata un po’ intorno e se avessi adocchiato qualcosa,in realtà indicai dei modelli solo per il gusto di provarli, ma lontani “anni luce” dal mio style. Dopo il decimo abito, la commessa mi chiese di descriverle un po’ il mio abito ideale, perché avendone in magazzino quasi 70.000 era “un po’ “ problematico riuscire a visionarli tutti.- Semplice e luccicante-le dissi. Ed ecco che spuntò il mio Muscari di Jenny Packham, quello che, una volta indossato, riuscì ad annientare tutto il resto. Mia madre, notevolmente commossa, non riuscì ad aprire bocca se non per confermare l’acquisto con la proprietaria dell’atelier.Finalmente era mio.